Archivio per dicembre, 2015

In questi giorni, complice lo scandalo di Banca Etruria, vera e propria truffa ai risparmiatori e agli obbligazionisti, abbiamo potuto notare come nei salotti televisivi, sedicenti esperti di economia bancaria si affannassero a dire che “Tutto va bene” e che “Il sistema bancario italiano è solido”. Un concetto espresso tempo fa anche dal Ministro PierCarlo Padoan, il quale twittava così:

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Una dichiarazione quantomeno avventata che in un Paese normale avrebbe portato alle dimissioni di qualunque politico. Quello che è grave, è che il Ministro, nei giorni del crack delle 4 banche, ha inanellato una serie di strafalcioni mediatici di proporzioni gigantesche, paragonando i risparmiatori a un popolo in attesa di “aiuti umanitari”, una vera e propria gaffe che ancora oggi anima i salotti televisivi. Le opposizioni sono sul piede di guerra e, attraverso la piazza, cercano in ogni modo di tenere alta l’attenzione sulla problematica. Facendo uno screening sulla “salute delle banche”, si nota che nei prossimi mesi altri casi di crisi verranno fuori, ma in seguito al cambio delle regole europee, eventuali crack dovranno essere coperti anche mediante i soldi dei correntisti e risparmiatori.

Si può certamente notare che in questi giorni, tutti i media tradizionali aprono i notiziari con “la ripresa dell’economia”, “l’aumento dei consumi”, “le tasse che si abbassano”, tutti dati che cercano di camuffare una serie di altri numeri che ci dicono che non tutto quel che luccica è oro. Il Premier afferma che le tasse sono diminuite, ma qualche giornalista dovrebbe chiedergli come mai, nonostante il prezzo del barile sia ai minimi storici, le accise continuano ad aumentare. A dirlo è la Cgia di Mestre:

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Rispetto al 2008, la benzina è più cara del 30%, un dato che dimostra che la componente fiscale ha fatto la differenza (in negativo), sottraendo risorse alle famiglie italiane. L’appiattimento dei media davanti alla propaganda di Governo, deve farci riflettere sul finanziamento all’editoria. Non sarebbe infatti meglio pensare a una stampa libera e non sovvenzionata? Le tecnologie moderne, specie negli Stati Uniti, permettono di scrivere pezzi mediante dei sistemi informatici innovativi, non certo legati a gruppi pubblicitari e padroni, che da anni spacciano una falsa informazione per vera informazione.