Archivio per gennaio, 2014

Da piccolo mi hanno insegnato che la democrazia è una forma di governo dove il popolo esercita un potere, quello di scegliere mediante il voto chi mandare in Parlamento, il cosiddetto rappresentante nelle istituzioni. Alle 19:43 di ieri la democrazia è morta, uccisa dalla decisione del Presidente della Camera Laura Boldrini, la quale ha deciso di impedire alle opposizioni di svolgere il ruolo fondamentale di controllo, quello di rappresentante delle minoranze. La decisione di mettere il bavaglio ha provocato la reazione immediata dei deputati di Fratelli D’Italia, del Movimento Cinque Stelle e di qualche leghista. Il Governo messo alle corde dall’ostruzionismo grillino, ha deciso di concludere la giornata nel peggiore dei modi, offendendo ancora una volta il Parlamento. In seguito alla decisione del Presidente Boldrini di attuare la “tagliola”, alcuni esponenti penta stellati e di Fratelli D’Italia hanno occupato i banchi del Governo. Si è scatenata una bagarre in aula, con i commessi impegnatissimi a placare l’ira dei grillini. Sono stati esposti dei cartelli con su scritto “corrotti”, e alcuni deputati si sono messi un bavaglio in bocca in segno di protesta. In questo caos, il questore d’aula Dambruoso, appartenente a Scelta Civica, ha colpito violentemente al viso la deputata del M5S Loretta Lupo.

Si tratta di un gesto gravissimo, un uomo che picchia una donna, un rappresentante delle istituzioni che dovrebbe mantenere l’ordine e gestire certe situazioni calde, ha assunto invece il ruolo di picchiatore. La deputata è stata costretta a ricorrere alle cure mediche e chi l’ha vista racconta di un occhio gonfio e tumefatto. Lo schiaffo di Dambruoso farà certamente male, ma farà più male il Decreto licenziato e convertito in legge. Il Governo ha pensato bene di regalare 7,5 miliardi a Banca d’Italia, regalando di fatto soldi pubblici, dei cittadini, anche alle banche private che detengono quote azionarie riferibili a Banca d’Italia. A far più rabbia è il modo in cui è stato concepito il testo del Decreto, nel quale erano contenute anche le misure che impediranno di pagare la seconda rata Imu. Il trucco è semplice, inserendo nel decreto i 7,5 miliardi alle banche e la copertura Imu, si attua un ricatto alle opposizioni. Se il decreto fosse decaduto, oltre ad affossare la parte del provvedimento legato alle banche, gli italiani avrebbero dovuto pagare la rata Imu. Un modus operandi truffaldino, un sistema usato per ricattare e mettere in cattiva luce l’operato parlamentare delle opposizioni, che invece suggerivano lo scorporo dei due provvedimenti.

Il PD e chi sostiene il Governo ha deciso di fare il regalo alle banche e Roberto Speranza capogruppo del PD alla Camera, a Rai News ha rilasciato dichiarazioni non veritiere, sconfinando nella demagogia e accusando il M5S di voler far pagare l’IMU. Speranza dimentica che il M5S vuole l’abolizione di IMU e mini IMU e che le coperture potevano essere reperite facendo versare la multa alle concessionarie del gioco, multa che pian piano si è assottigliata, forse perchè nessuno ha avuto la forza di far rispettare le regole. Cantare “Bella ciao” è sempre un qualcosa di nobile, solo che il gruppo PD oggi ha emesso suoni stonati e non in sintonia con i principi democratici. Più che “Bella ciao” io avrei proposto di intonare “Banca ciao”, perchè  la banca non c’è più, come non ci sono più i 7,5 miliardi degli italiani e milioni di voti andati in fumo in seguito a questa “porcata”. Riepilogando: la democrazia è morta, Fiat non è più italiana, le buste paga diventeranno polacche e l’Italia da oggi è più simile a una dittatura. Porca boia se non è morta la democrazia!

fonte immagine: i1.itimg.com

Qualche anno fa “Elio e le storie tese” parteciparono al Festival di San Remo con un brano che si intitolava “La terra dei cachi”. La simpatica band molto amata tra i giovani e di cui io sono fan da tempo, attraverso l’esibizione canora le cantò all’intera classe politica italiana, seduta come di consueto nelle prime file del Teatro Ariston. C’è chi racconta che i politici cambiarono espressione, tanto da costringere gli organizzatori e le giurie del festival a non far vincere il gruppo lombardo. Ma cosa aveva denunciato di così grave il povero Elio? Semplicemente tutte le storture e gli scandali del sistema italiano. Corruzione, stragi impunite, malasanità, tutti problemi che il cantante aveva posto all’attenzione e che ancora oggi non sono stati risolti, anzi alcuni si sono addirittura accentuati. Oggi l’Italia è una pizza che i partiti fanno a pezzetti per poi spartirsela. Si spartiscono il consenso, le nomine dei dirigenti ospedalieri, gli appalti (vedi terremoto de l’Aquila), i rimborsi elettorali e chi più ne ha più ne metta. Si mangia e si beve, si fanno viaggi all’estero e cerimonie, si comprano i pasticcini e i caffè per i parenti dei defunti, tanto l’importante è rendicontare il tutto, pagherà come al solito pantalone (il cittadino).

L’italiano si indigna davanti alla tv ma non riesce a farlo nella cabina elettorale. Per alcuni è impossibile cambiar simbolo e barrare una croce su un nuovo partito o movimento, farlo significherebbe cambiare lo stato delle cose e forse a questo ancora non si è pronti. C’è chi vende il suo voto per un’ecografia, chi lo fa per un pasto, chi per avere un lavoro che gli è stato promesso e che non avrà mai e poi c’è chi lo fa per avere in cambio qualche euro, quelli servono sempre e in tempo di elezioni qualche euro gira. Si tratta di migliaia di persone abituate a vivere nella povertà che in quei frangenti possono rivendicare una ricompensa, un qualcosa che li faccia tirare a campare, perchè è così che funziona. Nessuno ha la forza di rompere le catene, chi potrebbe  ribellarsi a un sistema che potrebbe inghiottirli o peggio stritolarli in pochissime ore? Nessuno lo potrebbe fare, o forse qualcuno si, penso a coloro i quali non hanno nulla da perdere e che da tempo sono stati abbandonati da tutte le istituzioni. Disoccupati, inoccupati, ricercatori precari, collaboratori, aspiranti avvocato, lavoratori dei call center, sarebbero molte le categorie di lavoratori che sicuramente vorrebbero reagire e combattere la condizione di sfruttamento a cui sono sottoposti, ma non lo fanno perchè si scontrerebbero contro potenti datori di lavoro o lobbies ampiamente rappresentate in Parlamento.

Ognuno ha il diritto di vivere la propria vita come preferisce, però è sconfortante sentire tante persone ripetere da anni lo stesso refrain: “I partiti son tutti gli stessi, non vado a votare, tanto non cambia niente”, signori non è vero, non è così. Per cambiare bisogna dare un taglio netto al passato, liberarci dalle catene che ci stringono ed essere liberi di decidere con la nostra testa, senza subire l’opera di influenza dei mass media. Cercate di informarvi e guardate sempre oltre, non fermatevi alla tipica sbirciatina ma osservate attentamente. Valutare un programma elettorale è la cosa migliore per informarsi, capire chi sono i candidati è invece essenziale per non incorrere in errori. Guardare oltre è fondamentale e vi aiuterà a scegliere la persona o l’idea giusta. Attenzione a chi promette sempre e poi puntualmente non mantiene le promesse, se lo hanno fatto una volta ingannandovi, potrebbero rifarlo. Questa è la terra in cui si nascondono le intercettazioni, si sperpera denaro pubblico, si svendono i marò, si ride per un terremoto e dove un Ministro non ha mai il coraggio e la dignità di chiedere scusa e dimettersi. Il Parlamento dovrebbe essere l’esempio della trasparenza, il luogo dove persone oneste legiferano per migliorare il paese e favorire gli interessi comuni. Oggi è un luogo non del tutto trasparente che andrebbe ripulito e sterilizzato, proprio come si fa con le scatolette di tonno, che prima della chiusura subiscono dei trattamenti adeguati che le rendono adatte e pronte alla vendita. Attualmente il Parlamento è una scatola di tonno vuota, il tonno lo hanno divorato da tempo i nostri politici,che a furia di ripetere ” se famo du spaghi”, hanno trasformato il paese nella “Terra dei cachi”.

Matteo Renzi è sicuramente un ottimo comunicatore, un giovane politico molto scaltro che somiglia tantissimo al primo Berlusconi. Da giorni mi chiedo come facciano gli elettori di sinistra a farsi rappresentare da una personalità del genere, un leader che potrebbe guidare tranquillamente e contemporaneamente, la segreteria del Pd e quella di Forza Italia. Per essere più pungente, suggerisco al Partito Democratico e Forza Italia di fondersi e di formare un “partito unico”, visto e considerato che al momento non vedo nessuna differenza tra queste due grandi forze politiche. Renzi con il suo modo di ragionare probabilmente conquisterà la fiducia di diversi italiani, quelli con gli occhi chiusi, che vedono in lui l’unica speranza per una rinascita. Personalmente non nascondo di aver militato da giovane nel Partito Democratico, partecipando anche a diverse campagne elettorali e appoggiando spesso liste che esprimevano i veri valori della sinistra europea, ma oggi non mi sentirei rappresentato da questo segretario. Oggi di sinistra è rimasta la mano con cui probabilmente si firmano trattati demenziali come il MES e il Fiscal Compact, strumenti essenziali per attuare l’economicidio, quello che avverrà nei prossimi anni.

Non me ne vogliano gli elettori del Pd, ma un uomo di sinistra non si vanterebbe di aver trovato in Berlusconi l’interlocutore principale. Se le regole valgono qualcosa, Silvio Berlusconi non è più un senatore e soprattutto non è più incensurato, insomma un uomo interdetto dai pubblici uffici, perchè condannato in via definitiva per frode fiscale, quindi pregiudicato. Renzi avrebbe potuto incontrare altri esponenti di Forza Italia e nessuno si sarebbe permesso di muovere critiche, ma portarsi Berlusconi in casa, per giunta sotto il quadro di Che Guevara, dovrebbe far male più di una coltellata, forse anche più di quelle 101 coltellate che affossarono Romano Prodi nella corsa alla Presidenza della Repubblica. La legge elettorale andava fatta, ma i luoghi in cui doveva essere discussa e pensata erano altri, penso ad esempio alle due Camere del Parlamento, i veri luoghi dove i politici dovrebbero discutere per poi legiferare. Oltre a questo c’è da dire che il modello “Italicum” non reintroduce le preferenze e attraverso le soglie di sbarramento impedisce il principio di rappresentanza democratica.

Saranno dettagli, robe che a Matteo magari “un garbano”, ma comunque si tratta del sale della democrazia. Perfino Cuperlo, che ha in Massimo D’Alema il suo sponsor principale alla fine ha sbottato. La legge elettorale è una legge costruita per salvaguardare non il bipolarismo, ma il bipartitismo, una legge che produrrebbe un nuovo Parlamento di nominati, deputati che non sarebbero scelti dal cittadino e dunque si ritornerebbe punto e a capo. In sostanza ci troviamo di fronte a un “Porcellum due la vendetta”, nel senso che il Porcellum ha creato tre poli (Pd,FI,M5S), questa nuova legge farebbe fuori il Movimento creato da Grillo e Casaleggio e quindi il Pd avrebbe consumato la sua vendetta. La mia opinione è quella che Renzi  è stato troppo ingenuo a stringere accordi con il “Caimano” e spiego il perchè. Berlusconi è attualmente un pugile alle corde, stordito dalla condanna e dalla successiva decadenza, due colpi micidiali che lo hanno fatto barcollare e piombare quasi al tappeto. L’incontro con Renzi lo ha ringalluzzito, gli ha permesso di abbracciare il giovane pugile e di non finire KO. Berlusconi prolungherà il suo abbraccio fin quando non avrà recuperato le forze (evidente vantaggio nei sondaggi), poi da esperto pugile sferrerà l’ultimo colpo, con tutte le forze che avrà in corpo. Se Renzi lo schiverà allora avrà la vittoria in mano, ma se non ci riuscirà finirà con il crollare al tappeto e verrà seppellito dalle critiche della gente, seppellendo anche i veri valori della sinistra italiana, oggi più che mai smarrita e costrettta a recitare un ruolo marginale nel panorama politico italiano.

Domenico Varano

L’informazione dovrebbe essere sempre pronta e al servizio del cittadino, ma a quanto pare l’esondazione del  fiume Secchia non ha attirato l’attenzione dei tg nazionali. Diversi amici e diversi colleghi mi hanno chiesto di far rete e di far conoscere la situazione attuale del territorio modenese, che da domenica 19 Gennaio è praticamente sott’acqua e dalla lontana Calabria provo a dare una mano a chi oggi è in estrema difficoltà. La provincia di Modena è certamente la più colpita, la rottura dell’argine destro del fiume è avvenuta in località San Matteo, andando a colpire i territori che già erano stati puniti duramente dal sisma del 20 e 29 Maggio 2012. La Prefettura ha disposto l’evacuazione di centinaia di persone. Al momento non è semplice fare una stima dei danni, ma fango e detriti hanno causato ingenti danni alle coltivazioni di cereali, ai vitigni, ai fabbricati e alle attrezzature, vengono segnalate anche situazioni di disagio nelle località dove sono presenti allevamenti di bovini e suini. L’economia già in ginocchio di quest’area pesantemente colpita dal terremoto, ha subìto un duro colpo, visto che molte aziende segnalano numerosi danni ancora difficilmente quantificabili. Eugenia Bergamaschi Presidente di Confagricoltura Modena ha lanciato un grido di allarme e denunciato il disinteresse totale della classe politica, di seguito le sue parole:

“Siamo di fronte a un disastro annunciato, da anni denunciamo con preoccupazione la problematica della gestione degli argini del fiume Secchia, ma nessuno ha ascoltato i nostri problemi e oggi siamo di nuovo in una situazione drammatica. Da cittadina vorrei capire e avere una risposta da chi in questi anni ha lavorato per prevenire una situazione del genere, visto che i controlli e le manutenzioni sono scarsi, superficiali o inesistenti. Il fiume non viene mai pulito dopo le piene e nutrie e volpi costruiscono le loro tane all’interno dell’argine stesso, indebolendolo. Vorrei sapere cosa ha fatto l’Aipo in questi anni, visto che oggi ci troviamo di nuovo in una situazione di emergenza estrema, a 20 mesi dal terremoto, con nuovi danni e problemi in un contesto già di per sè complicato”. Il Presidente Bergamaschi la cui azienda è situata a 200 metri dall’argine del fiume Secchia, ha dichiarato di aver ribadito in data 16 Gennaio le sue preoccupazioni all’Assessore Regionale Tiberio Rabboni. Ancora una volta la politica non ha fatto nulla per salvaguardare il territorio, in una parte d’Italia che aveva già subìto una grossa ferita dal terremoto e che oggi dopo essersi rialzata si ritrova di nuovo in ginocchio. Mentre la politica discute di nuova legge elettorale e va avanti a slogan, l’alluvione del modenese viene snobbata dai media, che magari domani si accorgeranno di tutto quel che è successo. Continuate a parlare di Porcellum e Italicum “cari politici” e cari colleghi, intanto l’Italia affonda.

Diverse persone nei giorni scorsi mi hanno chiesto di trattare un argomento che nell’ultimo anno ha monopolizzato l’attenzione dei media, ossia quello della “democrazia diretta”. In questo articolo proverò a spiegare il significato e la fattibilità di tale idea di democrazia, sapendo già in partenza che qualcuno rimarrà scontento di ciò che mi accingo a scrivere. La prima forma di democrazia diretta si realizzò nell’antica Atene, certo è passato tanto tempo, ma gli storici riferiscono di una particolare forma di governo partecipato che era molto in uso nella polis e che per un certo periodo riuscì ad accontentare e governare il popolo. Tale concetto di democrazia diretta o partecipativa, riprese vigore solo nel periodo dell’Illuminismo, quando il filosofo e scrittore Jean Jacques Rousseau iniziò a propagandare il concetto ed i meccanismi di funzionamento di questa democrazia del popolo sovrano, criticando aspramente la funzione dei rappresentanti eletti, spesso autori di nefandezze e coinvolti in scandali che non portarono altro che un degrado politico, come degradante era il fatto di delegare l’attività politica senza prenderne parte in modo attivo. Nel 1871 in Francia, più precisamente al Comune di Parigi, si tentò di applicare una democrazia diretta, il tentativo fu però contrastato dall’esercito e l’iniziativa fu repressa con la violenza. Sebbene sia passato più di un secolo da questa esperienza, oggi si intravede la possibilità di tentare di riproporre questa forma democratica che sembra del tutto in antitesi con l’attuale forma di democrazia presente in Italia, ma che pone con forza un concetto fondamentale, quello del popolo sovrano che è legislatore e amministratore del bene pubblico.

Oggi la sovranità popolare è andata a farsi benedire, chi ci rappresenta riceve una delega dal popolo, ma allo stesso tempo pur avendo ricevuto i voti attraverso “regolari elezioni”, è libero di esercitare il mandato secondo coscienza e quindi senza vincolo di mandato, questo sancisce l’articolo 67 della Costituzione. Tale articolo della Carta Costituzionale, rende possibile una particolare pratica che in Italia viene identificata con il termine di trasformismo politico. Il parlamentare eletto alla Camera o al Senato, può liberamente lasciare nel post-elezioni il partito e il gruppo parlamentare per cui milita e nel quale era stato eletto, andando a far parte di un altro gruppo o nell’impossibilità di crearne uno nuovo, associarsi ed entrare a far parte del cosiddetto “gruppo misto”, meglio conosciuto come “gruppo dei fuoriusciti”. Gli articoli 83 e 84 dei rispettivi regolamenti di Camera e Senato, permettono comunque al parlamentare eletto di votare in maniera difforme dal suo gruppo di appartenenza, anche se negli anni scorsi, causa Porcellum, si è assistito all’elezione di onorevoli sotto totale controllo delle segreterie dei partiti e per giunta nominati, con eclatanti episodi di trasformismo. La democrazia è stata violentata da una pessima legge elettorale, fortunatamente bocciata dalla Consulta, legge che ha prodotto una totale ingovernabilità del Paese. Gli scarsi risultati ottenuti dai partiti in questi anni, hanno fatto si che liberi cittadini, comitati, associazioni, riproponessero con forza la questione del rapporto tra eletti ed elettori, separati ormai da un’enorme distanza e dunque lontani anni luce dal principio basilare di rappresentanza.

Oggi una forma di democrazia diretta regola un movimento politico in Italia, il M5S, una forza che alle ultime elezioni politiche ha preso il 25% dei voti, facendo rete sul territorio, sul web e rilanciando l’idea di una partecipazione diretta da parte del cittadino. Oggi gli eletti al Parlamento si muovono interrogando la rete e raccogliendo i suggerimenti che vengono dai meetup. Cosa sono i meetup? Molto semplice, si tratta di piattaforme social media, in grado di associare e far incontrare mediante il web, forme di intelligenza e opinioni di milioni di persone. Attraverso i social media è possibile aggregare opinioni e pareri, condividere leggi, documenti, iniziative popolari, petizioni e tanto altro, tutte cose da sottoporre al giudizio dei cittadini che attraverso le loro proposte concorrono a creare i programmi elettorali e far votare le leggi. L’idea della democrazia diretta è particolarmente osteggiata da chi è abituato da anni a delegare il tutto a dei rappresentanti, persone che la maggior parte delle volte tradiscono i programmi e le volontà dei loro stessi elettori. Proviamo a fare degli esempi concreti per cercare di fare chiarezza sul significato di democrazia diretta. Il nome del Professor Stefano Rodotà uscì da una consultazione online sul blog di Beppe Grillo, i votanti erano gli iscritti certificati al blog che indicarono il giurista come candidato alla Presidenza della Repubblica. I cittadini eletti, al momento del voto in aula rispettarono l’indicazione  ricevuta dai propri attivisti, venuta dalla rete. Il PD al contrario si riunì e decise di scegliere come candidato Franco Marini, poi uccellato, con la base che chiedeva ai parlamentari di convergere su Rodotà, richiesta ignorata, in seguito impallinarono Prodi e optarono assieme alle altre forze politiche (escluse Sel, M5S, Lega e Fratelli d’Italia) per la rielezione di Giorgio Napolitano. Altro esempio: votazione sull’abolizione del reato di clandestinità. I cittadini pentastellati hanno ricevuto l’indicazione direttamente dal voto popolare, un filo diretto che fa della consultazione della base uno dei princìpi basilari.

Non si è trattato di sconfessare il post di Grillo che rimproverò i due senatori rei di aver sbagliato il metodo che tagliava fuori la base, ma il recente voto ha dato un’indicazione chiara, votata da migliaia di persone che hanno indicato la via. Democrazia diretta significa poter partecipare all’approvazione dei bilanci comunali (bilancio partecipato), disporre di un’amministrazione open, poter indire un referendum consultivo ed abrogativo senza quorum o comunque con quorum  ridotto, portare leggi di iniziativa popolare – oggi è possibile presentarle solo dopo aver raccolto 50.000 firme- proposte che poi vengono accantonate dal Governo, ignorate o bocciate. Negli statuti comunali esiste già la possibilità di indire referendum, la democrazia diretta potrebbe permettere al popolo sovrano di concordare e programmare assieme al Sindaco determinati progetti in diversi ambiti, aprire il Comune al popolo, renderlo una casa di vetro, farli partecipare attivamente mediante deliberazioni (è possibile farlo non sono pazzo), insomma diminuire la distanza che oggi separa il cittadino dalle istituzioni. La dilagante corruzione e il non rispetto dei programmi elettorali, dimostra quanto sia in crisi l’attuale tenuta del sistema democratico, nessuno pensa di sovvertire la democrazia, ma le nuove tecnologie permettono di ipotizzare un’ampia partecipazione del cittadino alla vita democratica, senza delegare nessuno. È nato così un dibattito stimolante e acceso che ipotizza una e-democracy, una democrazia basata sul voto elettronico che preveda un’ampia partecipazione. La Svizzera è il paese che oggi meglio rappresenta l’idea di democrazia diretta, ma non è l’unico paese dove si esercita tale forma di democrazia. Lo stesso Barack Obama ha utilizzato di recente il sistema del recall ( revoca mandato) per rimuovere un eletto che non rispettava il mandato e tutto questo su indicazione degli elettori.

Sarebbe fantastico poter revocare il mandato a un eletto corrotto, inadempiente, incapace, trasformista e bugiardo. Questo sarebbe il metodo con cui poter controllare l’operato di un parlamentare, di un sindaco, di un ministro o di un consigliere che offenda e tradisca la sovranità popolare, o di chiunque minacci un attentato alla Costituzione. Immaginate di scoprire che un parlamentare da voi votato (con il Porcellum li sceglievano i partiti ), non rispetti il programma che vi ha illustrato in campagna elettorale, cosa fareste? Semplice, si potrebbe lanciare in poche ore una richiesta di revoca del mandato, questa dovrebbe avvenire anche in caso di reati accertati e in modo immediato, se responsabile di danno al patrimonio dello Stato e alla salute dei cittadini, oltre a perdere il posto dovrebbe risarcire di persona per il danno arrecato. Tutto questo potrebbe accadere in poche ore senza aspettare mesi come accade oggi. L’Italia resta ancorata al sistema parlamentare che ha dei rappresentanti a volte del tutto impresentabili, l’idea della nascita e sviluppo di una democrazia diretta, integrata da consultazioni e proposte provenienti da piattaforme di e-democracy , non appare del tutto impossibile da attuare. In Germania c’è già stato l’esempio del Partito Pirata, gli stessi social democratici si avvalgono di sistemi liquid feedback che implementano tale principio di democrazia. Il risultato è un’assemblea virtuale permanente dove tutte le proposte vengono inserite, discusse, integrate e poi messe al voto dai parlamentari eletti, secondo le indicazioni del popolo sovrano. L’Italia riuscirà mai a compiere questo salto di qualità in avanti? Perchè non ispirarsi alla Germania e ad alcuni stati americani? Siamo sicuri che qualcuno ci rappresenti in Parlamento ? Domande, semplicissime domande che forse non riceveranno mai risposta.

PS: Parlare di e-democracy è appassionante, poi però la triste realtà ci dimostra che l’Italia ha ancora pesantissimi limiti nei sistemi di connessione e nella banda larga, un problema quello del digital-divide, che ci rende lenti e poco competitivi, per saperne di più chiedere alle imprese.

Mi è capitato tante volte di discutere con turisti provenienti da ogni parte d’Italia, persone che appena giungono in Calabria restano incantate dalla bellezza del territorio e dalle nostre tradizioni culturali ed enogastronomiche. La Calabria è per i visitatori un posto baciato dalla fortuna, una terra bagnata da due mari che nonostante tutto riesce ancora  ad attrarre diversi visitatori. Dico nonostante tutto perchè è evidente che la nostra regione soffra di un deficit infrastrutturale rispetto ad altre regioni d’Italia e ciò rende difficile collegarla  e inserirla in determinati pacchetti turistici, perchè di fronte a un viaggio della speranza su treni ormai obsoleti, un turista sceglie l’opzione aereo e una meta all’estero, che poco lascia alla Calabria in termini di guadagno ma che anzi sposta il denaro altrove, uno schiaffo in faccia all’economia nostrana. Questo accade perchè le linee ferroviarie sono ancora quelle vecchie ed obsolete di costruzione mussoliniana e in alcuni tratti spesso capita di attraversare ponti che non si vedono nemmeno in Africa. Provate a fare un viaggio e verificate ciò che affermo, capirete che la situazione del trasporto calabrese è ormai simile a un’odissea. Lo scenario è triste: stazioni abbandonate, binari ricoperti dalle erbacce, passaggi a livello abbandonati e soprattutto macerie e vetri rotti, zero pensiline dove poter attendere un autobus sostitutivo e mancanza totale di servizi igienici in alcune stazioni del reggino. Le tv si sono occupate di questo scempio, lo ha fatto Riccardo Iacona, il grande giornalista di Rai tre che nel corso del suo programma “Presa Diretta” ha puntato la lente di ingrandimento sullo stato di abbandono della rete ferroviaria calabrese. In stato di abbandono sono anche diversi siti archeologici, ognuno ha la sua Pompei e anche la Calabria ne ha una. Il sito archeologico di Sibari ha subito diversi danni in seguito all’alluvione, un sito che andrebbe rivalutato e che assieme al Parco Scolacium di Roccelletta di Borgia, Gerace e Monesterace, dovrebbe attrarre migliaia di visitatori e portare ricchezza al territorio e alle economie del luogo. Proprio a Monesterace, il 23 Luglio 2013, l’archeologo Francesco Cuteri ha effettuato una campagna di scavi durante la quale è riuscito a riportare alla luce uno straordinario mosaico di circa 35 metri quadrati risalente al periodo ellenistico e dunque al IV secolo avanti Cristo. È stata ritrovata anche una tabella bronzea anch’essa risalente al IV secolo, di epoca achea, meraviglie di un territorio che però circa un mese fa hanno subito dei danni in seguito alla mareggiata che ha pesantemente danneggiato i resti della casamatta che necessiterebbero di lavori di messa in sicurezza. Per mettere in sicurezza il sito servirebbero 1,5-2 milioni di euro, soldi che sono stati richiesti dalla Soprintendenza e dal Comune di Monesterace, ma che ancora non sono pervenuti.

È questa la grande debolezza della Calabria, debolezza che ci porta a dimenticare siti che nel passato hanno ospitato civiltà e che per fortuna si sono conservati nel tempo, ma noi nonostante tutto non riusciamo a promuoverli e preservarli. La cultura è ricchezza, produce ricchezza e fa da traino all’economia, ma se non vi sono adeguati collegamenti, mancano le guide turistiche, i siti restano in stato di abbandono, è difficile creare e distribuire ricchezza. La Calabria è stata la culla della Magna Graecia e ha un enorme patrimonio archeologico da preservare e rivalutare. Oggi i politici dei palazzi romani e gli amministratori locali, pensano a promuovere fondazioni e associazioni di dubbia importanza, associazioni che non sempre svolgono i compiti assegnati e che spesso fungono da “cavallo di Troia” nel quale si celano i soliti noti ed i soliti politici mascherati. Se pensiamo che la Germania riesce ad attrarre milioni di visitatori pronti a visitare vecchie miniere di salgemma, che la Francia guadagna il triplo dell’Italia grazie alla promozione culturale, allora dobbiamo chiederci e capire perchè ciò avviene. Il motivo è semplice, la politica si avvicina alla cultura solo quando c’è da lucrare, oppure quando magari può strappare qualche biglietto in prima fila, tutto questo per far passerella e mostrare la propria grandezza per accreditarsi le simpatie e l’amicizia di qualcuno. La promozione del proprio territorio è il mezzo attraverso cui richiamare flussi turistici, a cui poi offrire i prodotti sani della nostra terra, le primizie e le specialità culinarie. Per promuovere il territorio i sindaci devono fare rete, consorziarsi e stabilire una serie di gemellaggi con altri paesi d’Europa e d’Italia, bisogna aprire le porte ai visitatori e fare della Calabria l’oasi della cultura e non semplicemente la discarica d’Europa dove tutti vengono a scaricare rifiuti, violentando un paesaggio incantevole attraverso la costruzione di discariche che nulla hanno a che vedere con la sostenibilità ambientale e che nel tempo produrranno solo danni. Chi comprerebbe mai un prodotto coltivato in prossimità di un sito dove vengono depositati rifiuti? Pensate che i tedeschi e gli stranieri gradirebbero uno spettacolo del genere? Dubito che gradirebbero, anzi rigetterebbero con forza certe cose che solo noi italiani riusciamo a partorire. Tutelare la cultura e il territorio significa rilanciare l’economia, non lo dico io ma lo dicono i vari osservatori che si occupano della raccolta dei dati. Basta parole e per una volta la nostra regione si distingua per elevata cultura e tutela dell’ambiente, scelga una nuova strada, quella percorsa fino a oggi è sbagliata e condannerà il popolo calabrese ad atroci sofferenze.

fonte foto: http://www.restoalsud.it

Domenico Varano

Gabriele era un attivista del M5S, dico era perchè oggi non c’è più, è volato in cielo dopo essersi tolto la vita. Non é riuscito a reggere la pressione, non ha retto alla difficile situazione economica e si é suicidato strozzandosi con un cavo elettrico, perchè non vedeva nessuno sbocco per il suo futuro. Lo hanno ritrovato all’interno della sua vecchia auto, una Citroen ZX, ed é morto lontano da tutti, in silenzio, un silenzio che però fa troppo rumore. Gabriele é il simbolo di una generazione debole e maltrattata, ormai privata di ogni elementare diritto e dimenticata anche da quella Costituzione che nel suo primo articolo afferma che: “L’Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro”. Quale lavoro? Oggi trovare un lavoro é un miracolo, chiunque pensi di trovare un impiego inviando il curriculum è destinato a rimanere disoccupato, nè gli attuali centri per l’impiego riescono a fornire aiuto a un giovane che per la prima volta si affaccia al mondo del lavoro. Oggi chi ha un impiego lo ha a certe condizioni, più simili alla schiavitù che a un contratto di lavoro. I medici fanno i baristi, gli infermieri stanno a casa perchè non vengono indetti concorsi e non si applica un adeguato turnover, le giovani laureate trovano un piccolo impiego nella giungla dei call center, un affare per chi li costruisce e li gestisce, un posto dove guadagnare qualche soldino per campare per chi ci lavora. Niente si muove in questa Italia, a muoversi sono solo i carri funebri che continuano a trasportare vittime della crisi, uomini e donne colpevoli di essere nati e vissuti in un Paese dove i diritti sono ormai un miraggio.

Questa é l’Italia delle spese pazze nei consigli regionali, l’Italia in cui all’indomani del terremoto con le salme ancora calde, i vecchi partiti si spartivano il bottino, fottendosene della tragedia che aveva messo in ginocchio L’Aquila. La colpa di questo scempio di chi é? È possibile che l’immoralità abbia ormai raggiunto un livello così alto? Siamo consapevoli dell’importanza del ruolo di un amministratore? Non lo so, possibile che molti sappiano che la politica é un business e quindi si avvicinino ad essa solo per avere una comoda poltrona e un vitalizio sicuro. Questa è l’Italia che riabilita i pregiudicati, l’Italia della falsa abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, l’Italia che fa finta di tagliare le pensioni d’oro e poi non lo fa, l’Italia delle lobbies e del voto di scambio, l’Italia dello spread e del “Ce lo chiede l’Europa”, l’Italia dei giornalisti con la tessera al “Circolo di Montecitorio”, l’Italia della casta che si ingozza e quella degli anziani che mangiano alla Caritas. Nessuno chiede miracoli, né magie da prestigiatori, la richiesta è semplice: risollevare la nostra bella penisola. Prima di Gabriele era toccato ad altri, tanti suicidi in nome della crisi, un gesto estremo che deve spronare chi ci governa a cambiar passo, a ritrovare quella moralità perduta negli anni. I morti non potranno più tornare in vita, questo é certo, ma qualcosa può essere fatto per migliorare la condizione di milioni di persone a cui avete rovinato la vita con una legge, con un taglio, o magari con un emendamento, tolto la vita perchè avete reso nulla la speranza di un lavoro, proprio come successo con Gabriele, a lui almeno abbiate il coraggio di  chiedergli scusa.

Domenico Varano

La parola elezioni rimbomba da giorni nei palazzi romani, chi conosce bene il Cavaliere racconta di un Berlusconi ringalluzzito e felice per i dati che vengono dai sondaggi che lui studia e interpreta positivamente. La scissione con Alfano non ha dato grossi problemi a Forza Italia, in crescita nelle rilevazioni dei vari istituti sondaggistici, ma comunque ancora molto distante dall’epoca d’oro del passato recente. Il PD e il M5S sono anch’essi in crescita, a quanto pare l’elettorato si è radicalizzato. C’è però un dato che preoccupa sia Renzi che Silvio Berlusconi, quello della tenuta dell’elettorato pentastellato. Gli elettori “grillini” sembrano essere molto soddisfatti dell’atteggiamento tenuto dagli eletti in Parlamento e a quanto pare la speranza di erodere consenso a Grillo, ribadita ad alta voce sia dall’ex senatore che dal Sindaco/Segretario in questi giorni, andrà delusa. Nonostante la crescita del PD dovuta all’effetto primarie, il centrosinistra oggi  avrebbe vita dura a vincere nettamente le elezioni e questo preoccupa molto, anche perchè il nemico Berlusconi sembra ancora in grado di dare l’ultimo colpo di coda e la distanza tra le due coalizioni è ancora minima. C’è chi giura che le prossime elezioni verranno decise dagli astenuti e dagli indecisi, ma c’è anche chi sostiene che altri eventi potrebbero far mutare notevolmente lo scenario elettorale. Uno di questi eventi potrebbe essere la possibilità che Berlusconi non prenda parte alla prossima campagna elettorale. Il Cavaliere ha fatto domanda e scelto i servizi sociali, ma il giudice di sorveglianza potrebbe anche impedirgli di muoversi liberamente e svolgere la consueta campagna elettorale, spesso fatta di maratone televisive a cui Silvio non potrebbe più partecipare in caso di diniego da parte del Tribunale.

Accadesse questo, FI sarebbe decapitata e perderebbe il vero leader, colui il quale conserva il consenso. Spostandoci a sinistra si intravede già qualche crepa. Matteo Renzi non ha idea di come si gestisca una Segreteria di partito, per lui si tratta solo di un passaggio dovuto, il vero obiettivo è quello di salire a Palazzo Chigi. I toni da toscanaccio e le battutine da show man, hanno già provocato mugugni e malumori, perfino qualche dimissione, e non tutte le correnti sembrano gradire gli attuali atteggiamenti del Sindaco di Firenze. Certo, a Renzi va dato il merito di aver rivitalizzato un partito quasi sepolto e in frantumi, ma per dirla alla Cacciari, Renzi se ne frega dell’unità e le sue punzecchiature potrebbero creare dei sismi di una certa portata all’interno del PD. La sensazione è che Matteo punti alle elezioni, in fondo in questo momento lo spread è ai minimi storici, il rischio di una campagna elettorale non spaventa nessuno, gli elettori spingono per il voto in primavera e tutti gli economisti e le associazioni di categoria chiedono un cambio di passo. Questo Renzi lo sa, lo percepisce e lo capisce, fiuta l’obiettivo voto anticipato e come un predatore insegue la preda da dilaniare. Renzi però non ha ancora lo scettro in mano e non tiene conto che il vero re é Giorgio Napolitano. Il regista guida l’esecutivo dal Quirinale, stoppa i contestatori e per difendere Enrico Letta sbandiera lo spettro e l’incubo del populismo. Napolitano pur di portare a termine il suo disegno, fatto di larghe intese e stabilità, é pronto a blindare il Governo Letta, da giorni bombardato dal fuoco amico. Renzi innesca le mine e Napolitano le disinnesca, in mezzo c’è il soldato Letta, che intorno a sè ha uno scenario da dopoguerra. L’Italia è in macerie dal punto di vista economico, non c’è più tempo da perdere, la guerra dei sondaggi è ripartita e presto si assisterà alla battaglia finale, uno contro l’altro, a colpi di haschtag, a colpi di battute il tutto volgerà al termine e alla fine ne rimarrà solo uno.

fonte foto: http://www.lanostratv.it

Domenico Varano

Qualche anno fa il tecnico dell’Inter Josè Mourinho attaccò in modo duro e frontale i principali giornali italiani. L’attacco dello “special one” era  diretto al sistema dell’informazione, ritenuto falso e ipocrita dal tecnico di Setubal. Il buon Josè parlò di “prostituzione intellettuale” attaccando i giornalisti e scatenando una “guerra” fatta  di battute e sale stampa disertate. Da quel momento in poi i giornali e i media non perdonarono più nulla al tecnico dei narazzurri che dopo aver vinto tutto e compiuto l’impresa del “triplete”, decise di cambiare aria, perchè in fondo l’Italia lo aveva ferito e lui certe cose non poteva e non voleva più tollerarle. Oggi il concetto di “prostituzione intellettuale” potrebbe essere esteso ai principali quotidiani italiani, per la verità non a tutti poiché molti sono in grado di fornire un ottimo prodotto anche senza finanziamenti e senza condizionamenti dall’alto (si pensi ad esempio al Fatto Quotidiano) ma anche ad altri quotidiani che non sto qui a citare ma che riescono a informare. Cosa significa informare? Oggi informare significa dipingere e riportare fedelmente la realtà, non stravolgere il senso dei discorsi, imparare a capire ciò che l’interlocutore ci dice, scrivere la verità, cercare di dare visibilità ai veri problemi della gente. Purtroppo questo oggi non avviene, molti quotidiani seguono fedelmente e in modo schierato le linee editoriali del gruppo che li sostiene, il quale é in grado di impaginare una notizia ed edulcorarla in modo furbo per condizionare le opinioni dei lettori. Facendo degli esempi pratici, ci si trova davanti a letture che elevano l’oracolo di turno a salvatore della patria, il reddito di cittadinanza viene trasformato in sussidio universale, i carnefici diventano vittime e i pregiudicati preziosi interlocutori o peggio ancora statisti.

L’ultima ondata di “prostituzione intellettuale” si é avuta poche ore fa. Il Ministero dell’Economia e Finanze aveva chiesto agli insegnanti di restituire circa 150 euro mensili, soldi legittimi che giustamente non dovevano essere messi in discussione. Della vicenda si era interessato per primo il M5S, il 6 di Gennaio, sottolineando che dallo studio degli atti in Commissione, emergeva la possibilità di questo recupero forzato già a partire da questo Gennaio. Insomma la mano di Saccomanni aveva colpito gli insegnanti, un elettorato vasto, tradizionalmente orientato verso il centro sinistra, una sorta di autogol. Con il passare delle ore il caso politico è diventato importante tanto da leggere su alcuni quotidiani: “Solo l’intervento del Segretario del PD Matteo Renzi ha permesso che il caso si risolvesse e che la polemica tra i ministri Saccomanni e Carrozza si chiudesse”. Un finale fantastico, a momenti ci si commuove, peccato che non tutto quel che luccica é oro. Vediamo di fare chiarezza e spiegare come sono andate le cose, soprattutto tenendo conto che in questo momento l’elettorato é sensibilissimo. Punto uno: il caso intanto é stato sollevato dai parlamentari pentastellati, poi tutti gli altri schieramenti politici si sono accodati ( questa è opposizione vera), non quella finta che spesso finisce per fare da stampella all’esecutivo. Punto due: la vicenda è vero che è chiusa per gli insegnanti ma al momento sembra riguardare assistenti, tecnici e perfino i bidelli, di questo si parla poco ma in sostanza il problema resta ed é solo ridimensionato. Capitolo scottante è poi quello del taglio alle pensioni d’oro, una riduzione dei privilegi che a quanto pare chiedono solo Fratelli d’Italia e M5S.

I deputati  pentastellati ci hanno fatto una battaglia, hanno presentato un emendamento ben articolato e studiato che andava a toccare i pensionati più fortunati,  ponendo un tetto e ridistribuendo il ricavato sulle pensioni minime, quelle di poco più di 500 euro, una cifra che oggi non permette di vivere una vita dignitosa. La risposta del Governo è stata secca, non si può fare, non taglieremo niente e ciao ciao promesse elettorali e sostegno agli anziani. Peccato che sia stato bocciato un emendamento del genere, forse sarebbe stato il caso di dire si alle proposte del M5S che ci sono e sembrano piuttosto ragionevoli. Silenzio tombale da parte dei giornali, se succede qualcosa di buono il merito va dato a Renzi, se quel qualcosa è negativo la colpa va data ai grillini, dipinti come pericolosi estremisti, paragonati a sette e descritti come ignoranti. Appunto ignorare, se cercate il significato troverete non sapere, non essere a conoscenza. Molti italiani non sono a conoscenza delle reali condizioni dell’economia, i dati sulla disoccupazione sono impressionanti e la classe politica ignora le reali esigenze del Paese. In Italia si sta consumando un economicidio, si sta sfaldando il tessuto sociale in nome della stabilità, condizione da mantenere a tutti i costi e difesa dal responsabile dell’economia e dallo stesso Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Non basta leggere le lettere dei disoccupati per riconquistare la fiducia, la si conquista con il tempo, facendo quello che si era promesso in campagna elettorale e che oggi invece non viene fatto. Milioni di disoccupati, gente da sacrificare di fronte ai diktat dell’Europa del MES e del Fiscal Compact, l’Europa che soffre e arretra. E l’Italia? È un paese malato il nostro, ogni giorno la luce in fondo al tunnel e la crescita sono sulle prime pagine dei giornali, una mistificazione della realtà eclatante, la sedazione del popolo italiano costretto a sorbirsi centinaia di bugie propagandate da diverse “prostitute intellettuali” che purtroppo pagheremo noi, mediante il finanziamento pubblico ai giornali, una mancia che i politici danno all’informazione per controllarla.

L’Istat mercoledì diffonderà i nuovi dati sul tasso di disoccupazione e c’è da aspettarsi un ulteriore aggravamento della situazione occupazionale del Paese. Detto questo é quasi certo che a pagare il prezzo più alto saranno i giovani, sprofondati ormai nel dimenticatoio e poco tutelati da un Governo debole e piuttosto litigioso. Se é vero che la befana porta il carbone ai bimbi cattivi e i doni a quelli bravi, gli italiani devono essere un popolo di bambinoni e cattivoni, perchè a quanto pare vi saranno una serie di aumenti a pioggia. Il grido di allarme delle associazioni di categoria é stato ignorato, le famiglie ormai stremate da una tassazione soffocante, dovranno ancora stringere i denti perchè tra i tanti doni dell’esecutivo ci saranno ancora tasse e aumenti. I primi aumenti ci saranno sui pedaggi autostradali, al Nord sono previsti rincari salati, aumenteranno i servizi postali, la luce, il gas, la benzina e il diesel e a quanto pare anche i tabacchi e determinati prodotti associati alle sigarette elettroniche. Sono già aumentate considerevolmente le imposte sui rifiuti, la Tares è stata una mazzata, potrebbero anche aumentare le imposte sulla casa, imposte che al momento generano confusione e terrorizzano gli italiani che infatti non spendono. I consumi sono calati drasticamente, e cala anche  la fiducia degli investitori stranieri che nonostante lo spread basso, scelgono la vicina Spagna, ritenuta più affidabile. Standard & Poor’s ha assegnato all’Italia una tripla B, le agenzie di rating non ci accordano tanta fiducia e infatti rilevano una fuga degli investitori e sottolineano che il Paese è a rischio deflazione. E gli italiani cosa fanno? Gli italiani in questi giorni cercano di non pensare all’economia, ma di certo sanno bene che i rincari toccheranno anche il loro portafoglio e ciò farà calare ancora il cosiddetto potere di acquisto.

Sia chiaro che il messaggio da far passare é quello che le tasse vanno pagate, ma la domanda che mi pongo é piuttosto semplice, siamo sicuri che gli italiani siano in grado di pagarle? Non lo so, magari qualcuno stringerà i denti e verserà il tutto, altri invece inizieranno a far parte di quella fascia di cittadini che lo Stato identifica come “evasori fiscali”. A proposito di evasori fiscali, vorrei ricordare una frase pronunciata dal dimissionario Vice Ministro Stefano Fassina, il quale qualche mese fa in tutta onestà affermò: “Non credo che tutti coloro i quali non pagano le tasse non le paghino perchè non vogliono, spesso si evade anche per necessità e per sopravvivere”. Appunto, evadere per sopravvivere, insomma per non morire di fame. Il carico fiscale si abbatte sulle famiglie italiane in modo del tutto esagerato, oggi solo il Belgio ha una tassazione superiore alla nostra, ma i servizi offerti ai belgi sono nettamente superiori rispetto a quelli offerti dalla Repubblica Italiana. La sensazione é che molte tasse che noi paghiamo (più che una sensazione è una certezza) vadano a finanziare una serie di enti inutili e del tutto improduttivi, tenuti in piedi solo esclusivamente come laboratori elettorali, insomma solo per avere consensi. I nostri politici non si stanno più rendendo conto che la società è cambiata e che oggi le bugie hanno le gambe corte. La tecnologia e l’uso dei social network, permette di condividere informazioni e scambiare velocemente opinioni, l’accesso è spesso semplice e immediato e internet rappresenta una finestra sul mondo.

La politica é ampiamente condizionata da questo nuovo modo di comunicare e l’elezione stessa di Barack Obama a Presidente degli Stati Uniti, dimostra quanto possa essere fondamentale e decisivo il sistema informativo dei social network. Spesso però i politici eccedono nell’uso e l’utilizzo scade tipicamente in propaganda elettorale, tradotto significa che alle frasi a effetto spesso non seguono i fatti. Sono attese nelle prossime settimane nuove proteste, torneranno a farsi sentire i “forconi” e scenderanno in piazza diverse sigle sindacali, insomma la situazione economica e sociale é molto simile a una polveriera pronta a esplodere da un momento all’altro. Infine vorrei sottolineare un episodio fastidioso, forse dovrei dire episodi fastidiosi perchè si sono moltiplicati con il passare delle ore, mi riferisco agli insulti all’Onorevole Bersani e ad alcune frasi lette sulle pagine web dei principali quotidiani nazionali. Pierluigi Bersani è stato colpito da un aneurisma celebrale ed é stato sottoposto a un intervento chirurgico che si é concluso alle 22 di ieri, tecnicamente riuscito e che lo pone per 24/48 ore in prognosi riservata. Augurare la morte o insultare un avversario politico, non è cosa da Paese civile, chiunque abbia compiuto un atto del genere, non importa di che colore politico sia, ha compiuto un errore e un gesto che personalmente definisco inqualificabile. Bersani in questi anni ha compiuto errori, il PD ha spesso creato danni irreparabili e spesso finto di fare opposizione, va bene l’odio verso il sistema politico ma a tutto c’è un limite. Che la classe politica abbia fallito in toto è sotto gli occhi di tutti, ma questo non autorizza nessuno a insultare un esponente politico in pericolo di vita, tantomeno autorizza i media a speculare su una vicenda che riguarda la salute dell’uomo Bersani, a cui rivolgo personalmente un in bocca al lupo, pur essendo distante dalle sue ideologie politiche.

fonte foto: http://www.noi.caserta.it

Domenico Varano