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Qualche anno fa “Elio e le storie tese” parteciparono al Festival di San Remo con un brano che si intitolava “La terra dei cachi”. La simpatica band molto amata tra i giovani e di cui io sono fan da tempo, attraverso l’esibizione canora le cantò all’intera classe politica italiana, seduta come di consueto nelle prime file del Teatro Ariston. C’è chi racconta che i politici cambiarono espressione, tanto da costringere gli organizzatori e le giurie del festival a non far vincere il gruppo lombardo. Ma cosa aveva denunciato di così grave il povero Elio? Semplicemente tutte le storture e gli scandali del sistema italiano. Corruzione, stragi impunite, malasanità, tutti problemi che il cantante aveva posto all’attenzione e che ancora oggi non sono stati risolti, anzi alcuni si sono addirittura accentuati. Oggi l’Italia è una pizza che i partiti fanno a pezzetti per poi spartirsela. Si spartiscono il consenso, le nomine dei dirigenti ospedalieri, gli appalti (vedi terremoto de l’Aquila), i rimborsi elettorali e chi più ne ha più ne metta. Si mangia e si beve, si fanno viaggi all’estero e cerimonie, si comprano i pasticcini e i caffè per i parenti dei defunti, tanto l’importante è rendicontare il tutto, pagherà come al solito pantalone (il cittadino).

L’italiano si indigna davanti alla tv ma non riesce a farlo nella cabina elettorale. Per alcuni è impossibile cambiar simbolo e barrare una croce su un nuovo partito o movimento, farlo significherebbe cambiare lo stato delle cose e forse a questo ancora non si è pronti. C’è chi vende il suo voto per un’ecografia, chi lo fa per un pasto, chi per avere un lavoro che gli è stato promesso e che non avrà mai e poi c’è chi lo fa per avere in cambio qualche euro, quelli servono sempre e in tempo di elezioni qualche euro gira. Si tratta di migliaia di persone abituate a vivere nella povertà che in quei frangenti possono rivendicare una ricompensa, un qualcosa che li faccia tirare a campare, perchè è così che funziona. Nessuno ha la forza di rompere le catene, chi potrebbe  ribellarsi a un sistema che potrebbe inghiottirli o peggio stritolarli in pochissime ore? Nessuno lo potrebbe fare, o forse qualcuno si, penso a coloro i quali non hanno nulla da perdere e che da tempo sono stati abbandonati da tutte le istituzioni. Disoccupati, inoccupati, ricercatori precari, collaboratori, aspiranti avvocato, lavoratori dei call center, sarebbero molte le categorie di lavoratori che sicuramente vorrebbero reagire e combattere la condizione di sfruttamento a cui sono sottoposti, ma non lo fanno perchè si scontrerebbero contro potenti datori di lavoro o lobbies ampiamente rappresentate in Parlamento.

Ognuno ha il diritto di vivere la propria vita come preferisce, però è sconfortante sentire tante persone ripetere da anni lo stesso refrain: “I partiti son tutti gli stessi, non vado a votare, tanto non cambia niente”, signori non è vero, non è così. Per cambiare bisogna dare un taglio netto al passato, liberarci dalle catene che ci stringono ed essere liberi di decidere con la nostra testa, senza subire l’opera di influenza dei mass media. Cercate di informarvi e guardate sempre oltre, non fermatevi alla tipica sbirciatina ma osservate attentamente. Valutare un programma elettorale è la cosa migliore per informarsi, capire chi sono i candidati è invece essenziale per non incorrere in errori. Guardare oltre è fondamentale e vi aiuterà a scegliere la persona o l’idea giusta. Attenzione a chi promette sempre e poi puntualmente non mantiene le promesse, se lo hanno fatto una volta ingannandovi, potrebbero rifarlo. Questa è la terra in cui si nascondono le intercettazioni, si sperpera denaro pubblico, si svendono i marò, si ride per un terremoto e dove un Ministro non ha mai il coraggio e la dignità di chiedere scusa e dimettersi. Il Parlamento dovrebbe essere l’esempio della trasparenza, il luogo dove persone oneste legiferano per migliorare il paese e favorire gli interessi comuni. Oggi è un luogo non del tutto trasparente che andrebbe ripulito e sterilizzato, proprio come si fa con le scatolette di tonno, che prima della chiusura subiscono dei trattamenti adeguati che le rendono adatte e pronte alla vendita. Attualmente il Parlamento è una scatola di tonno vuota, il tonno lo hanno divorato da tempo i nostri politici,che a furia di ripetere ” se famo du spaghi”, hanno trasformato il paese nella “Terra dei cachi”.

Alla fine si è scoperto che il Porcellum è illegittimo, certo di tempo ne hanno impiegato a capirlo, ma seppur con qualche difficoltà hanno emesso un verdetto, molto chiaro. L’attuale legge elettorale si fonda sul nulla e sull’imbroglio di un premio di maggioranza che con quell’impianto legislativo non aveva ragione di esistere, il quale ha permesso per anni la formazione di maggioranze costituite mediante un ampio premio, che oggi potremmo quasi definire fraudolento. A questo punto ci si pone una domanda, ma come mai questi benedetti giudici ci hanno impiegato così tanto a fare chiarezza? Certo si sa che i tempi della giustizia sono molto lunghi, ma in tutto questo tempo, il popolo italiano è stato governato da maggioranze illegittime che godevano di un ampio premio illegittimo, legge assai penosa anche perchè impediva al cittadino di esprimere una preferenza, perchè di fatto le liste erano bloccate. Ora il Parlamento non ha scuse,dovrà fare una legge elettorale seria o almeno decente, che garantisca al paese governabilità e soprattutto credibilità.

Lo stesso Roberto Calderoli, autore di questa legge demenziale, la definì “porcata”, e allora ci si chiede come mai nessuno ha pensato di cambiarla. Lo stesso PD che oggi parla di nuova legge elettorale, nell’ultima tornata elettorale ha usufruito del premio di maggioranza e quando un suo stesso esponente della maggioranza, Roberto Giachetti, ha presentato una mozione a favore del ritorno al Mattarellum, ha votato contro, a differenza di Sel e M5S e di un esponente del PDL che votarono a favore della “mozione Giachetti”, il quale è ormai giunto al 58esimo giorno di sciopero della fame e ci vien da pensare che se non fosse stato per la Consulta sarebbe morto di fame. Ora c’è poco da fare, il danno ormai è fatto, al Presidente Napolitano rimangono da percorrere due strade: la prima è quella di far proseguire questa strana maggioranza, fare approvare una nuova legge elettorale e andare al voto, la seconda è quella di far si che si torni a un proporzionale con soglie di sbarramento del 4% alla Camera e 8% al Senato, che salgano rispettivamente al 10% e 20% in caso di coalizioni, restituendo agli italiani la possibilità di scegliere il proprio rappresentante, al contrario di adesso dove in quei luoghi istituzionali si trova di tutto, con tutto il rispetto per chi fa il suo dovere e si batte ogni giorno come un leone.

Si restituisca all’Italia un minimo di dignità e credibilità, la nostra immagine all’estero è già pesantemente offuscata, restituiamo ai cittadini la possibilità di scegliersi i rappresentanti, basta trucchi ed escamotage, la gente è stanca e chiede risposte concrete, risposte che non possono arrivare da questo esecutivo delegittimato dalla Consulta e pure dai cittadini, i quali hanno tutto il diritto di essere rappresentati degnamente. Basta insulti e teatrini, si metta fine a questa esperienza di governo prima che a comandarci sia la Troika, e purtroppo i presupposti ci sono tutti.

Domenico Varano