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La parola elezioni rimbomba da giorni nei palazzi romani, chi conosce bene il Cavaliere racconta di un Berlusconi ringalluzzito e felice per i dati che vengono dai sondaggi che lui studia e interpreta positivamente. La scissione con Alfano non ha dato grossi problemi a Forza Italia, in crescita nelle rilevazioni dei vari istituti sondaggistici, ma comunque ancora molto distante dall’epoca d’oro del passato recente. Il PD e il M5S sono anch’essi in crescita, a quanto pare l’elettorato si è radicalizzato. C’è però un dato che preoccupa sia Renzi che Silvio Berlusconi, quello della tenuta dell’elettorato pentastellato. Gli elettori “grillini” sembrano essere molto soddisfatti dell’atteggiamento tenuto dagli eletti in Parlamento e a quanto pare la speranza di erodere consenso a Grillo, ribadita ad alta voce sia dall’ex senatore che dal Sindaco/Segretario in questi giorni, andrà delusa. Nonostante la crescita del PD dovuta all’effetto primarie, il centrosinistra oggi  avrebbe vita dura a vincere nettamente le elezioni e questo preoccupa molto, anche perchè il nemico Berlusconi sembra ancora in grado di dare l’ultimo colpo di coda e la distanza tra le due coalizioni è ancora minima. C’è chi giura che le prossime elezioni verranno decise dagli astenuti e dagli indecisi, ma c’è anche chi sostiene che altri eventi potrebbero far mutare notevolmente lo scenario elettorale. Uno di questi eventi potrebbe essere la possibilità che Berlusconi non prenda parte alla prossima campagna elettorale. Il Cavaliere ha fatto domanda e scelto i servizi sociali, ma il giudice di sorveglianza potrebbe anche impedirgli di muoversi liberamente e svolgere la consueta campagna elettorale, spesso fatta di maratone televisive a cui Silvio non potrebbe più partecipare in caso di diniego da parte del Tribunale.

Accadesse questo, FI sarebbe decapitata e perderebbe il vero leader, colui il quale conserva il consenso. Spostandoci a sinistra si intravede già qualche crepa. Matteo Renzi non ha idea di come si gestisca una Segreteria di partito, per lui si tratta solo di un passaggio dovuto, il vero obiettivo è quello di salire a Palazzo Chigi. I toni da toscanaccio e le battutine da show man, hanno già provocato mugugni e malumori, perfino qualche dimissione, e non tutte le correnti sembrano gradire gli attuali atteggiamenti del Sindaco di Firenze. Certo, a Renzi va dato il merito di aver rivitalizzato un partito quasi sepolto e in frantumi, ma per dirla alla Cacciari, Renzi se ne frega dell’unità e le sue punzecchiature potrebbero creare dei sismi di una certa portata all’interno del PD. La sensazione è che Matteo punti alle elezioni, in fondo in questo momento lo spread è ai minimi storici, il rischio di una campagna elettorale non spaventa nessuno, gli elettori spingono per il voto in primavera e tutti gli economisti e le associazioni di categoria chiedono un cambio di passo. Questo Renzi lo sa, lo percepisce e lo capisce, fiuta l’obiettivo voto anticipato e come un predatore insegue la preda da dilaniare. Renzi però non ha ancora lo scettro in mano e non tiene conto che il vero re é Giorgio Napolitano. Il regista guida l’esecutivo dal Quirinale, stoppa i contestatori e per difendere Enrico Letta sbandiera lo spettro e l’incubo del populismo. Napolitano pur di portare a termine il suo disegno, fatto di larghe intese e stabilità, é pronto a blindare il Governo Letta, da giorni bombardato dal fuoco amico. Renzi innesca le mine e Napolitano le disinnesca, in mezzo c’è il soldato Letta, che intorno a sè ha uno scenario da dopoguerra. L’Italia è in macerie dal punto di vista economico, non c’è più tempo da perdere, la guerra dei sondaggi è ripartita e presto si assisterà alla battaglia finale, uno contro l’altro, a colpi di haschtag, a colpi di battute il tutto volgerà al termine e alla fine ne rimarrà solo uno.

fonte foto: http://www.lanostratv.it

Domenico Varano