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Qualche anno fa il tecnico dell’Inter Josè Mourinho attaccò in modo duro e frontale i principali giornali italiani. L’attacco dello “special one” era  diretto al sistema dell’informazione, ritenuto falso e ipocrita dal tecnico di Setubal. Il buon Josè parlò di “prostituzione intellettuale” attaccando i giornalisti e scatenando una “guerra” fatta  di battute e sale stampa disertate. Da quel momento in poi i giornali e i media non perdonarono più nulla al tecnico dei narazzurri che dopo aver vinto tutto e compiuto l’impresa del “triplete”, decise di cambiare aria, perchè in fondo l’Italia lo aveva ferito e lui certe cose non poteva e non voleva più tollerarle. Oggi il concetto di “prostituzione intellettuale” potrebbe essere esteso ai principali quotidiani italiani, per la verità non a tutti poiché molti sono in grado di fornire un ottimo prodotto anche senza finanziamenti e senza condizionamenti dall’alto (si pensi ad esempio al Fatto Quotidiano) ma anche ad altri quotidiani che non sto qui a citare ma che riescono a informare. Cosa significa informare? Oggi informare significa dipingere e riportare fedelmente la realtà, non stravolgere il senso dei discorsi, imparare a capire ciò che l’interlocutore ci dice, scrivere la verità, cercare di dare visibilità ai veri problemi della gente. Purtroppo questo oggi non avviene, molti quotidiani seguono fedelmente e in modo schierato le linee editoriali del gruppo che li sostiene, il quale é in grado di impaginare una notizia ed edulcorarla in modo furbo per condizionare le opinioni dei lettori. Facendo degli esempi pratici, ci si trova davanti a letture che elevano l’oracolo di turno a salvatore della patria, il reddito di cittadinanza viene trasformato in sussidio universale, i carnefici diventano vittime e i pregiudicati preziosi interlocutori o peggio ancora statisti.

L’ultima ondata di “prostituzione intellettuale” si é avuta poche ore fa. Il Ministero dell’Economia e Finanze aveva chiesto agli insegnanti di restituire circa 150 euro mensili, soldi legittimi che giustamente non dovevano essere messi in discussione. Della vicenda si era interessato per primo il M5S, il 6 di Gennaio, sottolineando che dallo studio degli atti in Commissione, emergeva la possibilità di questo recupero forzato già a partire da questo Gennaio. Insomma la mano di Saccomanni aveva colpito gli insegnanti, un elettorato vasto, tradizionalmente orientato verso il centro sinistra, una sorta di autogol. Con il passare delle ore il caso politico è diventato importante tanto da leggere su alcuni quotidiani: “Solo l’intervento del Segretario del PD Matteo Renzi ha permesso che il caso si risolvesse e che la polemica tra i ministri Saccomanni e Carrozza si chiudesse”. Un finale fantastico, a momenti ci si commuove, peccato che non tutto quel che luccica é oro. Vediamo di fare chiarezza e spiegare come sono andate le cose, soprattutto tenendo conto che in questo momento l’elettorato é sensibilissimo. Punto uno: il caso intanto é stato sollevato dai parlamentari pentastellati, poi tutti gli altri schieramenti politici si sono accodati ( questa è opposizione vera), non quella finta che spesso finisce per fare da stampella all’esecutivo. Punto due: la vicenda è vero che è chiusa per gli insegnanti ma al momento sembra riguardare assistenti, tecnici e perfino i bidelli, di questo si parla poco ma in sostanza il problema resta ed é solo ridimensionato. Capitolo scottante è poi quello del taglio alle pensioni d’oro, una riduzione dei privilegi che a quanto pare chiedono solo Fratelli d’Italia e M5S.

I deputati  pentastellati ci hanno fatto una battaglia, hanno presentato un emendamento ben articolato e studiato che andava a toccare i pensionati più fortunati,  ponendo un tetto e ridistribuendo il ricavato sulle pensioni minime, quelle di poco più di 500 euro, una cifra che oggi non permette di vivere una vita dignitosa. La risposta del Governo è stata secca, non si può fare, non taglieremo niente e ciao ciao promesse elettorali e sostegno agli anziani. Peccato che sia stato bocciato un emendamento del genere, forse sarebbe stato il caso di dire si alle proposte del M5S che ci sono e sembrano piuttosto ragionevoli. Silenzio tombale da parte dei giornali, se succede qualcosa di buono il merito va dato a Renzi, se quel qualcosa è negativo la colpa va data ai grillini, dipinti come pericolosi estremisti, paragonati a sette e descritti come ignoranti. Appunto ignorare, se cercate il significato troverete non sapere, non essere a conoscenza. Molti italiani non sono a conoscenza delle reali condizioni dell’economia, i dati sulla disoccupazione sono impressionanti e la classe politica ignora le reali esigenze del Paese. In Italia si sta consumando un economicidio, si sta sfaldando il tessuto sociale in nome della stabilità, condizione da mantenere a tutti i costi e difesa dal responsabile dell’economia e dallo stesso Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Non basta leggere le lettere dei disoccupati per riconquistare la fiducia, la si conquista con il tempo, facendo quello che si era promesso in campagna elettorale e che oggi invece non viene fatto. Milioni di disoccupati, gente da sacrificare di fronte ai diktat dell’Europa del MES e del Fiscal Compact, l’Europa che soffre e arretra. E l’Italia? È un paese malato il nostro, ogni giorno la luce in fondo al tunnel e la crescita sono sulle prime pagine dei giornali, una mistificazione della realtà eclatante, la sedazione del popolo italiano costretto a sorbirsi centinaia di bugie propagandate da diverse “prostitute intellettuali” che purtroppo pagheremo noi, mediante il finanziamento pubblico ai giornali, una mancia che i politici danno all’informazione per controllarla.