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Mi è capitato tante volte di discutere con turisti provenienti da ogni parte d’Italia, persone che appena giungono in Calabria restano incantate dalla bellezza del territorio e dalle nostre tradizioni culturali ed enogastronomiche. La Calabria è per i visitatori un posto baciato dalla fortuna, una terra bagnata da due mari che nonostante tutto riesce ancora  ad attrarre diversi visitatori. Dico nonostante tutto perchè è evidente che la nostra regione soffra di un deficit infrastrutturale rispetto ad altre regioni d’Italia e ciò rende difficile collegarla  e inserirla in determinati pacchetti turistici, perchè di fronte a un viaggio della speranza su treni ormai obsoleti, un turista sceglie l’opzione aereo e una meta all’estero, che poco lascia alla Calabria in termini di guadagno ma che anzi sposta il denaro altrove, uno schiaffo in faccia all’economia nostrana. Questo accade perchè le linee ferroviarie sono ancora quelle vecchie ed obsolete di costruzione mussoliniana e in alcuni tratti spesso capita di attraversare ponti che non si vedono nemmeno in Africa. Provate a fare un viaggio e verificate ciò che affermo, capirete che la situazione del trasporto calabrese è ormai simile a un’odissea. Lo scenario è triste: stazioni abbandonate, binari ricoperti dalle erbacce, passaggi a livello abbandonati e soprattutto macerie e vetri rotti, zero pensiline dove poter attendere un autobus sostitutivo e mancanza totale di servizi igienici in alcune stazioni del reggino. Le tv si sono occupate di questo scempio, lo ha fatto Riccardo Iacona, il grande giornalista di Rai tre che nel corso del suo programma “Presa Diretta” ha puntato la lente di ingrandimento sullo stato di abbandono della rete ferroviaria calabrese. In stato di abbandono sono anche diversi siti archeologici, ognuno ha la sua Pompei e anche la Calabria ne ha una. Il sito archeologico di Sibari ha subito diversi danni in seguito all’alluvione, un sito che andrebbe rivalutato e che assieme al Parco Scolacium di Roccelletta di Borgia, Gerace e Monesterace, dovrebbe attrarre migliaia di visitatori e portare ricchezza al territorio e alle economie del luogo. Proprio a Monesterace, il 23 Luglio 2013, l’archeologo Francesco Cuteri ha effettuato una campagna di scavi durante la quale è riuscito a riportare alla luce uno straordinario mosaico di circa 35 metri quadrati risalente al periodo ellenistico e dunque al IV secolo avanti Cristo. È stata ritrovata anche una tabella bronzea anch’essa risalente al IV secolo, di epoca achea, meraviglie di un territorio che però circa un mese fa hanno subito dei danni in seguito alla mareggiata che ha pesantemente danneggiato i resti della casamatta che necessiterebbero di lavori di messa in sicurezza. Per mettere in sicurezza il sito servirebbero 1,5-2 milioni di euro, soldi che sono stati richiesti dalla Soprintendenza e dal Comune di Monesterace, ma che ancora non sono pervenuti.

È questa la grande debolezza della Calabria, debolezza che ci porta a dimenticare siti che nel passato hanno ospitato civiltà e che per fortuna si sono conservati nel tempo, ma noi nonostante tutto non riusciamo a promuoverli e preservarli. La cultura è ricchezza, produce ricchezza e fa da traino all’economia, ma se non vi sono adeguati collegamenti, mancano le guide turistiche, i siti restano in stato di abbandono, è difficile creare e distribuire ricchezza. La Calabria è stata la culla della Magna Graecia e ha un enorme patrimonio archeologico da preservare e rivalutare. Oggi i politici dei palazzi romani e gli amministratori locali, pensano a promuovere fondazioni e associazioni di dubbia importanza, associazioni che non sempre svolgono i compiti assegnati e che spesso fungono da “cavallo di Troia” nel quale si celano i soliti noti ed i soliti politici mascherati. Se pensiamo che la Germania riesce ad attrarre milioni di visitatori pronti a visitare vecchie miniere di salgemma, che la Francia guadagna il triplo dell’Italia grazie alla promozione culturale, allora dobbiamo chiederci e capire perchè ciò avviene. Il motivo è semplice, la politica si avvicina alla cultura solo quando c’è da lucrare, oppure quando magari può strappare qualche biglietto in prima fila, tutto questo per far passerella e mostrare la propria grandezza per accreditarsi le simpatie e l’amicizia di qualcuno. La promozione del proprio territorio è il mezzo attraverso cui richiamare flussi turistici, a cui poi offrire i prodotti sani della nostra terra, le primizie e le specialità culinarie. Per promuovere il territorio i sindaci devono fare rete, consorziarsi e stabilire una serie di gemellaggi con altri paesi d’Europa e d’Italia, bisogna aprire le porte ai visitatori e fare della Calabria l’oasi della cultura e non semplicemente la discarica d’Europa dove tutti vengono a scaricare rifiuti, violentando un paesaggio incantevole attraverso la costruzione di discariche che nulla hanno a che vedere con la sostenibilità ambientale e che nel tempo produrranno solo danni. Chi comprerebbe mai un prodotto coltivato in prossimità di un sito dove vengono depositati rifiuti? Pensate che i tedeschi e gli stranieri gradirebbero uno spettacolo del genere? Dubito che gradirebbero, anzi rigetterebbero con forza certe cose che solo noi italiani riusciamo a partorire. Tutelare la cultura e il territorio significa rilanciare l’economia, non lo dico io ma lo dicono i vari osservatori che si occupano della raccolta dei dati. Basta parole e per una volta la nostra regione si distingua per elevata cultura e tutela dell’ambiente, scelga una nuova strada, quella percorsa fino a oggi è sbagliata e condannerà il popolo calabrese ad atroci sofferenze.

fonte foto: http://www.restoalsud.it

Domenico Varano