Il ruolo dell’opposizione in democrazia

Pubblicato: 25 dicembre 2013 in politica e palazzo,
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Parliamoci chiaro, fare l’opposizione non è semplice, specie in Italia dove buona parte dell’elettorato é solito non seguire le dinamiche politiche giornaliere. Detto questo e dato per certo che oggi il Parlamento ha diverse opposizioni, ho provato a immaginare cosa sarebbe successo se per 20 anni al posto del PD ci fosse stato il M5S. In questo lungo ventennio, che Berlusconi spesso osa definire “Guerra dei vent’anni”, il PD quando ha fatto opposizione spesso si è preoccupato di demonizzare l’avversario, non ha mai rinunciato a usare l’arma dell’attacco personale, facendo poco, per la verità molto poco, per proporre eventuali soluzioni che magari i due maggiori poli avrebbero potuto condividere. Qualcuno mi dirà: “Senti ma in questi anni il PD ha governato poco, ha sempre fatto opposizione a Berlusconi, come poteva migliorare il Paese?”, domanda lecita ma facilmente smontabile in circa due minuti. Per prima cosa il PD in questi venti anni oltre a fare opposizione, si è trovato al governo diverse volte: con Prodi, oggi con Letta e perfino nel Governo Monti faceva parte della maggioranza, uno dei primi esperimenti di larghe intese studiati dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, poi ripetuto nell’aprile 2013 , quando in seguito al risultato elettorale, il Presidente decise di unire le maggiori forze politiche del paese (anche se opposte) nella speranza di portare avanti un fantomatico pacchetto di riforme e soprattutto nella speranza che si riuscisse a fare una legge elettorale decente, sapendo che il Porcellum sarebbe comunque stato demolito a breve da una sentenza della Consulta. L’opposizione fatta dal PD in questi anni era cementata dall’attacco al Berlusconismo, ma i democratici quando sono stati al governo hanno girato alla larga su temi quali il conflitto di interessi o legge elettorale. Il celebre discorso di Luciano Violante in cui garantiva al Cavaliere la totale protezione delle sue aziende, è sotto gli occhi di tutti, basta cliccare su Youtube per ascoltarlo e provare dei brividi. Sarebbe quella la sinistra forcaiola? Siamo sicuri che gli elettori avessero dato il voto per udire un discorso così dissennato? Dubito che gli elettori del PD abbiano gradito quel patto, lo dubito fortemente e credo che in quel frangente molti si siano anche vergognati di sentir pronunciare delle parole assolutamente non di sinistra. Ma siamo sicuri che opposizione significhi solo attaccare l’avversario e poi votare in modo difforme da quanto dichiarato in tv ai propri elettori?

La domanda è lecita e in questi giorni di festa mi è capitato di parlare con elettori o ex elettori del PD, per la verità non tutti entusiasti del nuovo Segretario e apparsi distanti, forse troppo lontani dai modi e dai comportamenti che il loro gruppo parlamentare, o ex gruppo, tiene oggi a Montecitorio e Palazzo Madama. La maggior parte di loro mi è apparsa smarrita, consapevole del vuoto politico esistente ma non ancora pronta a un cambiamento netto. Molti di loro alle prossime elezioni non andranno a votare, non si sentono rappresentati da una classe politica che secondo loro è semplicemente ingorda e ladra, ed è difficile dargli torto in questo momento. In quanto al ruolo di opposizione, molti mi hanno detto che diverse cose fatte dal M5S  in questi mesi a loro sono piaciute e me le hanno anche elencate: restituzione diarie, niente finanziamento pubblico ai partiti, idea di due mandati e poi a casa, abbassamento dei costi della politica, però quasi tutti hanno aggiunto un punto fondamentale del programma, ossia l’istituzione di un reddito minimo, una soluzione tampone da attuare in maniera temporanea, perchè nessuno deve rimanere indietro. Allora è qui che torna centrale il ruolo delle opposizioni, non solo un semplice ruolo di controllo fatto di secchi no, ma anche quel ruolo costruttivo che spesso gli analisti politici sbandierano in tv. Il M5S in questi mesi oltre a fare una dura opposizione, cosa lecita e apprezzabile specie al cospetto di un governo poco incisivo e confuso, ha anche fatto delle proposte, alcune accettate e votate, altre completamente ignorate, basta citarne qualcuna (sono tante) per rendersi conto che tanto è stato proposto ma tanto è stato respinto. La prima proposta andata a segno è stata quella di presentare la richiesta di decadenza dell’ex Senatore Silvio Berlusconi, proposta irrobustita con la richiesta di voto palese, proposta decisiva, che ha fatto decadere in base a quanto previsto dalla legge, un eletto colpito da sentenza definitiva, pensate cosa sarebbe successo se invece ci fosse stato il voto segreto. La seconda vittoria la si è avuta stando all’opposizione, no non sto delirando. Il fatto di non aver fatto un governo con i democratici non è solo un gran rifiuto come molti vogliono far credere, in sostanza è un bene. Stando all’opposizione il M5S ha spesso dimostrato l’incapacità dell’esecutivo, smascherato più volte, si pensi alla finta abolizione delle Province e a quella dei rimborsi elettorali, si pensi ai pianisti, ai lobbysti, si pensi anche all’ultimo decreto Salva Roma, tutte vittorie non celebrate sulle prime pagine dei giornali e nel migliore dei casi attribuite a Renzi o ad altre forze di opposizione o finta opposizione. Opporsi e dire no significa anche modificare mediante migliaia di emendamenti un provvedimento non buono, inefficace, privo di senso, oppure penalizzante per la maggioranza degli italiani o peggio ancora per chi sta meno bene. Fare opposizione significa dire la verità ai cittadini, niente inciuci e scambi di poltrone, i mercanti devono uscire fuori dal tempio, il Palazzo deve diventare una casa di vetro, trasparente e pulita, questo è una delle missioni delle opposizioni. Chi sostiene che il movimento scegliendo di stare all’opposizione  abbia di fatto congelato il pacchetto di voti e la fiducia degli italiani, si sbaglia. Chi ha a cuore il bene dell’Italia sarà contento di sentire i discorsi dei vari Di Battista, Sorial, Taverna, Villarrosa, Sibilia, Lezzi, Tofalo e via dicendo, discorsi che vengono dalla cittadinanza, discorsi concreti e ricchi di contenuti, quei contenuti che però oggi l’informazione bolla come populisti e demagoghi, discorsi che però faranno la storia e che dimostrano il vero ruolo dell’opposizione, che è quello di controllo, di critica e poi anche di proposta, proposte che non si sa perchè vengano ignorate e qui vien da pensare che vengano respinte solo perchè fatte dall’opposizione.

Domenico Varano

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