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Matteo Renzi, PD

Matteo Renzi, segretario Pd.

La domenica appena trascorsa è stata segnata da diversi eventi importanti, sopratutto dal punto di vista sportivo. È stata la domenica di Valentino Rossi, il campione di Tavullia ha scritto un’altra pagina memorabile nel diario della sua straordinaria carriera, ma è stata anche la domenica della consacrazione di Filippo Inzaghi come tecnico del Milan. Tutto sembrava filare liscio fin quando mia madre non ha deciso di cambiare canale, (ero sintonizzato su Cielo) per sintonizzarsi su Canale cinque. Nel consueto salotto domenicale, Barbara D’Urso ospitava nello stesso pomeriggio la straordinaria madre di Marco Pantani, la signora Tonina, ma anche Nino D’Angelo. È fin qui era anche possibile resistere per 10 minuti, giusto il tempo di sorseggiarmi il caffè e di gustare il classico dolcino domenicale. Intanto mentre portavo avanti il mio lavoro di redattore e seguivo in streaming un evento del Movimento Cinque Stelle, nello studio Mediaset entrava il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. L’intervistatrice, ossia la padrona di casa Barbara D’Urso, rivolgeva una serie di domande al miele al giovane premier, in un clima da tarallucci e vino. Renzi come suo solito si è trovato subito a suo agio sulla poltrona del biscione, quasi come si trattasse del divano di casa sua. Ma veniamo ai temi toccati dal Presidente del Consiglio e analizziamo le sue dichiarazioni intrise di una sequela di bugie. Renzi ha sostenuto che lui non si è recato a Genova perché non voleva fare la solita passerella. Questa affermazione non è credibile e tutti sappiamo che Renzi non si è recato a Genova perché ha fiutato un clima pesante.

Temeva di essere contestato dai genovesi e non si è recato nel capoluogo ligure. Diciamo che in questa occasione il premier ha dimostrato di non avere “cuor di leone” un po’ come il Don Abbondio di manzoniana memoria. Seconda affermazione da analizzare è questa: “Non servono chiacchiere, dobbiamo lavorare per dare delle risposte concrete ai genovesi. Lo stiamo facendo con lo #SbloccaItalia e spero che il Movimento cinque stelle non faccia ostruzionismo in Parlamento”. Intanto l’opposizione ha il diritto di usare l’ostruzionismo come strumento parlamentare, seconda cosa è bene chiarire che nel testo dello “Sblocca Italia” non vi sono solo provvedimenti su cui convergere, ma anche sanatorie,nuove linee guida su estrazione di idrocarburi, progetti di reti di inceneritori, dunque provvedimenti che il M5S non potrebbe mai votare, perché contrari alle sue politiche energetiche e difformi dal programma elettorale del 2013. Far passare il messaggio che il Movimento dica solo no, non è corretto, ancor più scorretto è far passare l’idea che i pentastellati voteranno no ai provvedimenti destinati all’alluvione genovese. Il Governo fece così con il Decreto Imu-Bankitalia, inserì nello stesso testo il provvedimento sulla casa e quello della ricapitalizzazione delle quote della banca. I media per giorni si concentrarono sulle proteste dei deputati del M5S, spostando l’obiettivo dal vero scandalo: ossia un regalo di soldi pubblici alle banche. Ma torniamo a Renzi e alla sua intervista. Il Premier ha parlato anche di un provvedimento che prevede un bonus di 80 euro per le famiglie che hanno bambini con etá non superiore ai 3 anni. Soldi che secondo il premier servirebbero a comprare i pannolini.

Intanto spero che il Presidente del Consiglio non si riferisca alla social card, non vorrei che avesse fatto confusione. La carta acquisti esiste da parecchio tempo e fu un’idea di Silvio Berlusconi e Tremonti, ma viene ricaricata ogni due mesi con una cifra di 80 euro, soldi che al momento ci sono, non mi risulta che ci siano stati ritardi. Dare 80 euro per incentivare le coppie a fare figli è utopia allo stato puro. Oggi quel provvedimento di cui parla Renzi e che dovrebbe entrare a regime da Gennaio 2015 ha comunque un costo, circa 2-3 miliardi di euro. È più o meno la stessa cifra che Renzi chiede alle Regioni, le quali devono certamente risparmiare, ma non tagliando i servizi e la spesa sanitaria. Qualcuno ha detto che Renzi fa il gradasso con i soldi degli altri, ecco quel qualcuno ci ha preso in pieno. Le Regioni dovrebbero tagliare emolumenti e vitalizi dei consiglieri, spese di rappresentanza, le spese per uffici e arredamenti e abbassare sopratutto i contratti di affitto che le legano ai privati. Renzi spinga per questo, non faccia come con le Province e il CNEL, ancora vivi e vegeti con tanto di personale e super stipendi. La macchina dello Stato ci costa circa 842 miliardi, Renzi ritrovi il dossier Cottarelli e inizi a tagliare dai suoi deputati. Si elimini il vitalizio ai condannati per associazione mafiosa, si azzerino i rimborsi elettorali. Esistono ancora le pensioni d’oro, si agisca su questi privilegi e si aumentino le pensioni minime che oggi sono da fame. Un’ultima cosa voglio dire al Presidente: basta selfie da bambino, si ricordi che lei rappresenta gli italiani, anche quelli intelligenti, non solo quelli ignorantelli.