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Le vicende politiche di questi giorni farebbero pensare a una dura opposizione della minoranza PD in parlamento nelle prossime 24 ore. Il pacchetto lavoro che Renzi vuole approvare Mercoledi, non piace alla minoranza democratica, tantomeno ai sindacati che sono già in agitazione e minacciano lo sciopero generale. Ma queste proteste sono vere? Ci possiamo fidare dei vari Fassina,Civati, Cuperlo,Bersani? La risposta è no. Le proteste e le critiche messe in scena in queste settimane, non sono altro che l’ultimo sussulto di una parte della vecchia dirigenza ex DS che oggi sembra non avere le forze e i mezzi per contrastare il nuovo corso Renziano. La maggior parte degli attori coinvolti in questa grande pantomima, sono politici asfaltati dal rottamatore, che nonostante continui a far disastri,ha deciso di proseguire per la sua strada. Non sappiamo se il pacchetto lavoro migliorerá la situazione occupazionale del paese, ma sappiamo per certo che molti senatori non avranno il coraggio di votare in disaccordo. Il motivo è piuttosto semplice, non perdere la poltrona. Nessuno dei “vecchi democratici” avrá la forza di opporsi agli ordini di Renzi, è troppo grande la voglia di mantenere il comodo sedile in parlamento e di strappare al segretario un posto in lista per le prossime elezioni. Questa realtà è molto triste, ma rappresenta perfettamente la nostra classe dirigente, sempre più dedita alla difesa dei propri privilegi e lontana anni luce dal paese reale. Morale della favola, tutti voteranno secondo le disposizioni date dal partito, i disobbedienti saranno al massimo 3 o 4.

Ma in questa opposizione al piano lavoro del premier, che ruolo hanno i sindacati? Molto semplice, i sindacati si sono arroccati in difesa dell’articolo 18, non perchè volevano combattere e riprendere la lotta che dovrebbe impedire lo smantellamento dei diritti dei lavoratori, ma perchè hanno compreso che se cade questo totem, a essere penalizzati saranno anche loro e non solo i lavoratori. Perchè? Il motivo è semplice e proveró a spiegarlo senza mezze parole. Il sindacato ha capito che Renzi tende a scardinare il loro sistema, hanno fiutato il rischio di perdere migliaia di tesserati e dunque hanno provato a giocare la minaccia dello sciopero generale. Quello che é certo è che il prezzo più alto lo pagheranno come al solito i lavoratori, già in difficoltà a causa di salari troppo bassi e tartassati da una serie di balzelli che il Governo ha previsto. L’incontro Renzi-sindacati servirá a poco, il Premier ha già promesso all’Europa la riforma, non importa come sarà, per lui conta solo farla. Per l’ennesima volta un Presidente del Consiglio cede alle pressioni della Commissione europea e alle politiche della BCE, non è un caso, ma è un piano ben studiato che si è servito di attori illustri: Monti,Letta, ora Renzi, tutti accomunati da un unico fine, ossia favorire i grandi gruppi di potere europei e l’alta finanza. Il peggio però deve ancora venire.#sapevatelo

Siamo alle solite, ancora una volta l’Europa sembra essere poco soddisfatta delle politiche economiche italiane e non ha perso un solo minuto per recapitare a Letta l’ennesimo messaggio di sfiducia che poi suona proprio come una bocciatura. Ancora una volta le bacchettate sono arrivate da Olli Rehn, Vicepresidente della Commissione Europea  e Commissario agli affari economici. Rehn in soldoni giudica insufficienti le misure che andranno a incidere sulla diminuizione del debito e ritiene che le entrate provenienti dalle future privatizzazioni siano sovrastimate. Questa intromissione non è piaciuta al Premier Letta che scuro in volto ha risposto anche in modo seccato, ribadendo che l’Italia e la Germania sono gli unici due paesi ad aver rispettato il rapporto deficit-Pil fissato al 3%. Letta ha poi ribadito: “L’Italia non merita di essere frustrata, va premiata e percepiamo i segnali della ripresa”.

Sarà, però in Italia la situazione delle famiglie sembra peggiorare. Nonostante questo gli esponenti del Governo fanno salotto in tv e si presentano osannando i meriti di un esecutivo che al momento ha fatto poco o nulla. Addirittura è quasi certo che la pressione fiscale aumenterà ancora e questa sera il Ministro Giovannini ospite a Ballarò, ha dipinto invece una fotografia di un paese che non esiste. Gli sguardi e le espressioni del leader della CGIL Susanna Camusso, erano l’immagine di chi invece ha una fotografia nitida del paese, di chi vede ogni giorno assottigliarsi la busta paga dei dipendenti pubblici e l’assegno dei pensionati, con una drastica riduzione del potere di acquisto. Come se non bastasse c’è ancora da risolvere il pasticcio IMU e molti Sindaci sono già sul piede di guerra, perchè temono il solito scherzetto proveniente da Roma, che li costringerà poi ad aumentare le imposte a livello locale.

Intanto mentre nei salotti si discute di decadenza, Porcellum e rimborsi spese gonfiati, il mondo delle imprese è in uno stato comatoso e vista la situazione attuale, lo si potrebbe paragonare a un malato grave, bisognoso di cure e trasfusioni, a cui invece viene somministrato placebo spacciato come medicina, specie in tv dove ultimamente la classe politica è riuscita a dare il peggio di se. Una classe politica parassitaria e cieca, sta distruggendo il tessuto sociale italiano, sta ampliando le disuguaglianze e soprattutto sta dimostrando di non mantenere le promesse elettorali. Tradire gli elettori è qualcosa di grave, può costare caro e far montare la rabbia, la quale sfuggendo ai consueti canali democratici potrebbe creare seri problemi e far esplodere a breve una “bomba sociale”.

Domenico Varano