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La lunga giornata di Enrico Letta si conclude in serata con una nuova fiducia al suo Governo, fiducia scontata ma ottenuta in una giornata ad alta tensione. È un Premier diverso quello che si presenta in mattinata a Montecitorio, agguerrito e aggressivo, a tratti nervoso, specie quando ingaggia un “duello verbale” con la parte più dura dell’opposizione, quel Movimento Cinque Stelle a cui Letta chiede in modo sprezzante di non votare la fiducia, perchè populista. Il duello verbale tra Letta e Nuti rimarrà di certo nella storia, quel “faccia di bronzo” esclamato dal parlamentare grillino non è andato proprio giù al Presidente del Consiglio. In seguito ci penserà il Deputato Alessio Villarosa a rincarare la dose, accusando Letta e la maggioranza di non aver mantenuto nessuna delle promesse fatte ai cittadini, dall’abolizione delle Province all’abolizione dei rimborsi elettorali, passando per la mancata abolizione dell’IMU che cambia nome ma che in sostanza resta. M5S, Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Sel, decidono di non votare la fiducia a questo Governo, ritenuto acefalo e delegittimato, l’espressione di una partitocrazia lenta e disperatamente arroccata alla poltrona. Si va avanti, si gioisce per una crescita zero e si punta il dito contro il dilagare del populismo.

Non ci siamo, il problema è un altro ed è piuttosto serio. Se nel paese esiste rancore e rabbia, un motivo ci sarà, qualcuno avrà alimentato il fuoco delle proteste e quel qualcuno oggi finge di non vedere i problemi della quotidianità, quelli che oggi la gente esasperata porta in piazza. Il Presidente Letta non faccia come fanno gli struzzi, non nasconda la testa sotto la sabbia, quella gente che oggi infiamma le strade e blocca l’Italia, non è altro che il tessuto sociale italiano che pian piano, anno dopo anno è andato disgregandosi. Ottenere la fiducia in Parlamento è un fatto numerico e politico, ottenere quella dei cittadini è ancor più importante. Oggi la maggioranza degli italiani vive in condizioni di vita disagiate, si sono acuite le diseguaglianze sociali e sono risorte nuove tensioni che non si vedevano da anni. La causa generante queste proteste è nota a tutti, la politica dell’austerity è la principale responsabile ed è inutile nasconderlo, oramai anche i bimbi lo hanno capito. Si faccia una legge elettorale decente e si torni al voto, non si tenga in piedi un esecutivo solo per il gusto e l’ostinazione di arrivare al semestre europeo, potrebbe essere troppo tardi e il popolo potrebbe non reggere questa scelta. Concludo dicendo che il Presidente Letta avrà ottenuto la fiducia dalle Camere, ma da tempo ha perso quella degli italiani, i quali non ne possono più e chiedono un vero cambiamento e non le solite operazioni di facciata.

Domenico Varano