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barcone,immigrazione

Barcone, immigrazione.

Ieri al Senato è intervenuto nel dibattito anche Giorgio Napolitano, un tempo Presidente della Repubblica, colui che in prima persona decise di forzare la mano per un intervento militare in Libia. Non so se il vecchio Giorgio sia intervenuto per mettersi in pace con la coscienza, o se abbia deciso di farlo perchè credeva di poter dare un contributo al dibattito parlamentare, so però che l’intervento in Libia fu fortemente sponsorizzato da lui e che i morti nel Mediterraneo sono una conseguenza. Berlusconi attraverso il “Trattato di Bengasi” era riuscito a convincere Gheddafi a pattugliare le coste, impedendo le partenze dai porti libici. Berlusconi non è certamente un genio, ma è sicuramente furbo e intelligente. Come aveva bloccato le partenze? Semplice, attraverso un accordo che prevedeva degli indennizzi di guerra da versare ai libici e soprattutto attraverso accordi di natura commerciale. Berlusconi ha però commesso un errore grave qualche anno dopo. Pressato da Napolitano, da sempre uomo degli USA in Italia, decise di far partecipare il nostro Paese all’intervento militare, tradendo tra l’altro un patto che aveva stretto personalmente con Gheddafi. La destabilizzazione della Libia ha provocato questo caos, ma è necessario chiarire che i barconi sono pieni di migranti di diverse nazionalità, persone che nella stragrande maggioranza dei casi scappano da conflitti completamente ignorati da Europa e Stati Uniti. Badate bene che ho scritto ignorati, non schifati. Destabilizzare un paese è molto semplice, gli americani lo sanno bene e se volete approfondire l’argomento vi consiglio di leggere “Capire il potere” di Noam Chomsky. Le guerre creano PIL, ma soprattutto emergenze umanitarie. Molto spesso creano paura, timore nei confronti di popolazioni che in fondo scappano dalla disperazione e dalle persecuzioni. Sarei però ipocrita se dicessi che tutto va bene e tutto è concesso. Non so se le previsioni sull’arrivo di un milione di disperati verranno confermate, ma so che i trafficanti non si fermeranno. È probabile che cambieranno rotta e che escogiteranno un altro piano per fare soldi e proseguire questi viaggi della disperazione. L’Italia da sola non può riuscire ad accogliere tutti, ha bisogno di appoggio che al momento non c’è. Vedremo cosa diranno i big d’Europa, ma conoscendo l’Europa, ho poche speranze che si inneschi un meccanismo di solidarietà. Renzi ha perso tanto tempo in questi mesi, bruciando peraltro un semestre europeo in cui avrebbe dovuto mettere al centro due temi: l’immigrazione, la fine dell’austerity. Allora io faccio una proposta all’Europa, molto semplice. Smettetela di leccare i piedi agli americani e iniziate a occuparvi seriamente degli scenari di crisi esistenti. Intervenire oggi in Libia è una scelta sbagliata. L’Europa deve farsi carico del problema e creare dei corridoi umanitari. Delle agenzie speciali, da creare in Nord Africa, avranno il compito di dare un visto a chi lo merita, togliendo passeggeri ai trafficanti. Bisogna però modificare Dublino II e Dublino III, creando un sistema di quote di ripartizione, a cui tutti i paesi membri devono aderire obbligatoriamente. Bisogna togliere la benzina per far spegnere i motori, sempre che lo si voglia fare. Non c’è solo il business dei trafficanti di uomini, ma anche quello dell’accoglienza, non dimentichiamolo.

Potrebbe esserci anche un voto di fiducia su questa Legge di Stabilità, una pessima legge, la solita minestra insipida che scontenta tutti, da Confindustria ai sindacati. In questi minuti i Capigruppo si riuniscono per  fare il punto  della situazione, ma sembra chiaro che il Governo sia intenzionato a porre la Fiducia. Le opposizioni sono già insorte, un eventuale voto di fiducia andrebbe a blindare il provvedimento, il quale rimarrebbe fermo all’ultima bozza, quella che non piace a nessuno. Sel, Forza Italia, M5S, Lega Nord, sostengono che si tratti di un pacchetto di provvedimenti incapace di dare una scossa all’economia del Paese. La web tax non è stata cancellata, ha subito delle modifiche in nottata ma andava stralciata, produrrà diversi danni al mercato del web, su Tares e IMU hanno combinato un pasticcio, sul cuneo fiscale il Premier Letta ha tradito gli industriali, non bastasse questo sembrano del tutto insufficienti le misure sul lavoro. Insomma si tratta di una “Legge di Stabilità” che cambia poco o nulla, chi ci governa è sempre più attento a rispettare il rapporto deficit/Pil, ce lo chiede l’Europa e guai a disobbedire ai burocrati di Bruxelles!

Intanto mentre Enrico Letta si adira contro il quotidiano di Confindustria “Il Sole 24 Ore”, dimostrando di non gradire le critiche dei giornali e dei giornalisti, in Italia cresce il malcontento e nonostante le previsioni di crescita citate dal Premier, ( crescita dell’1% nel 2014 e probabile 2% nel 2015), un terzo degli italiani è ormai pienamente nell’area povertà e continua a crescere la disoccupazione, vera piaga sociale del Paese. Infatti secondo diversi studi, i disoccupati aumenteranno anche nel 2014 e perciò ci chiediamo da dove arrivi tutto l’ottimismo del Premier Letta. Forconi o non forconi, le richieste di aiuto che vengono dalle piazze vanno sempre ascoltate, sono il segnale di un malessere, purtroppo sempre più crescente e se migliaia di persone scendono in piazza, un motivo dovrà pur esserci. Anche il Cardinale Bagnasco ha invitato i politici ad ascoltare chi protesta, possibile che non ci si renda conto che nel Paese qualcosa sta avvenendo? MES e Fiscal Compact sono trattati sconosciuti alla popolazione, l’informazione in questo potrebbe esser d’aiuto, dovrebbe spiegare alla gente come funzionano, informare il popolo su cosa accadrà nel 2015 per evitare disordini di piazza futuri.

Ma se è vero che la grandezza e la civiltà di un Paese si misurano dall’economia e dalla capacità di accogliere e rispettare i più deboli, l’Italia è messa proprio male. Il trattamento riservato ai malati di SLA e alle loro famiglie va a braccetto con quello riservato agli immigrati di Lampedusa. A Roma gente che si dissangua per rivendicare i propri diritti, a Lampedusa invece nessun diritto, solo scene ignobili e barbare, non degne di un Paese civile. Sarebbero queste le politiche di accoglienza che l’Italia promette da anni all’Unione europea? Basterebbe leggere uno studio di “Save The Children” per capire quanti immigrati, quante donne e quanti minori arrivano sul suolo italiano e quali sono i motivi che li portano a compiere una traversata rischiosa, un viaggio della speranza. Il trattamento riservato agli immigrati nel centro di Lampedusa, è un trattamento vergognoso, disumano, ma un Paese serio non solo non si comporta così come documentato dalle immagini del TG2, ma prende anche provvedimenti, assieme all’Europa, la quale non deve nascondersi e deve collaborare nelle politiche sui flussi migratori. Non vogliamo più rivedere scene da lager, l’Italia torni a essere un Paese civile, faccia un salto in avanti in tutti i sensi e cambi strada, quella intrapresa non è quella giusta e ci condurrà in un tunnel buio e senza via di uscita.

Domenico Varano